Culture a confronto
La ragazza mi è seduta vicino. La conosco molto poco e non so quasi niente di lei, se non che è cubana. Sto gustando un'ottima cena in compagnia di amici che conosco da una vita, siamo in tanti e l'attenzione va dall'uno all'altro di continuo, ma piano piano, senza che me ne accorga, stiamo tutti ascoltando lei. Avrà circa 35 anni e li porta abbastanza bene direi. Di colpo mi sembra bella, di quella bellezza forte, passionale, che sembra essere prerogativa del suo popolo: chi va a Cuba, ci spiega, cerca una allegria, una voglia di vivere, che non trova altrove.
E' una serata fresca, ma la nostra ospite, con il suo calore e la sua "alma" cubana, ci conquista e ci riscalda tutti: i suoi occhi si illuminano mentre parla della sua terra.
E' giunto il momento di farci assaggiare un po' di buon rum cubano e tirarsi indietro è inutile: bisogna che lo assaggiamo tutti, "tanto" dice, "da noi lo danno anche ai bambini, non vi sveglierete col mal di testa domani!" Il gusto forte ed aromatico del liquore scioglie ancora di più la lingua della simpatica ragazza, che ci fa entrare come per incanto nel magico mondo da cui proviene.
Ci parla di Fidel Castro, uomo dal carisma incredibile, che con la forza delle parole e della sua personalità riesce a governare quel Paese da oltre 30 anni.
I cubani sono orgogliosi del fatto di essere indipendenti da tutto e tutti.
La vita intera sembra essere in mano a Castro: le donne incinte sono poste regolarmente a severi controlli e, qualora ci sia la certezza che i loro bambini saranno portatori di handicap o comunque non sani, sono costrette ad abortire, volenti o nolenti! La cosa, vista dalla mia prospettiva di occidentale libera ed emancipata, appare agghiacciante, ma là la vita continua così e in giro per le strade non si vedono persone malate... Mentre rifletto su questa sconvolgente realtà, lei continua a raccontare.
Fino a sette anni i bambini cubani hanno a disposizione, a spese dello Stato, il latte, alimento fondamentale per fare sviluppare in loro il calcio, importante per le ossa e per l'organismo in genere, ma una volta superata tale soglia d'età, non è più concesso loro di berne: non ne hanno bisogno, sostiene Fidel, perché non sono più in grado di assimilarlo. Quando questi bambini vanno a scuola le mamme, se hanno denaro sufficiente, danno loro la merenda, mentre, qualora i soldi in casa non bastino, acqua e zucchero diventano il solo modo per evitare che i bambini svengano a metà mattina.
Malgrado il turismo stia cominciando a fiorire, la gente è ancora molto povera e deve arrangiarsi come può per sopravvivere; anche per questo motivo sono molto solidali tra loro: ciò che viene acquistato per una famiglia un po' più abbiente può servire a sfamare tutto il circondario. Eh già, perché loro non buttano via niente: ci sono delle dispute per le parti degli animali che normalmente non si mangiano, come coda e zampe del maiale, ad esempio.
Alla mattina, dal momento che il latte, come si diceva prima, è riservato ai bambini più piccoli, chi può beve un sorso di rum e chi non può beve acqua e zucchero, ma nessuno si lamenta, anzi tutti hanno una faccia allegra fin dalla prima mattina.
Quando andiamo là cerchiamo forse un attaccamento alla vita che chi, come i cubani, lotta per sopravvivere, ha innato... la loro gioia di vivere nasce anche da questo.
Citando la grande scrittrice Agata Christie: "Quel viaggio entusiasmante che è la nostra vita, anche se, come vita, non è affatto entusiasmante. Uno dei grandi segreti dell'esistenza è proprio questo: apprezzare la vita che ci è stata data".
La serata volge al termine. La nostra amica spegne l'ultima sigaretta e ci congeda con uno dei suoi sguardi affascinanti e con un sorriso che sembra possedere il segreto della felicità; con tanta semplicità ha donato a ciascuno di noi un briciolo della sua allegria, ma non c'è da preoccuparsi per questo: presto tornerà a Cuba e ne ritornerà ricolma più di prima.
Chissà che un po' non ne arrivi anche a chi di voi ha letto le mie parole…