Pirano: la più graziosa cittadina di tutta l'Istria!
Trascorrere un'intera giornata in quella piccola delizia che è Pirano è stato rilassante, oltre che divertente.
Siamo partiti senza troppa fretta, perché non è molto distante dal confine tra Italia e Slovenia. Abbiamo seguito la strada che da Capodistria si dirige verso Portorose e, in un'oretta, eravamo già arrivati.
La giornata era bella, anche se un po' fredda nonostante fossimo ancora in estate: fare un bagno al mare la mattina era troppo per i miei gusti e per il mio animo freddoloso!
Ma anche a chi non gode del suo mare cristallino e salato la cittadina offre molto.
Avevo già avuto modo di visitarla anni fa, ma i miei ricordi confusi ci hanno fatto girare per parecchio tra le vecchie calli strette e misteriose che tanto ricordano Venezia...
Facendo una piccola ricerca ho scoperto che il nome della città deriva dalla parola "pyr", cioé fuoco, poiché si riferisce ai fuochi che venivano accesi all'estremità della penisola per guidare le navi dirette verso il porto di Capodistria (Pirano si trova proprio sulla punta occidentale dell'Istria).
Appena parcheggiata la macchina abbiamo subito raggiunto il centro, passando davanti al Museo Marittimo, che si trova all'entrata della città, in un palazzo portuale del XVII secolo e che è sede di interessanti mostre relative alla navigazione e alla produzione del sale, attività che, nel corso dei secoli, sono state molto importanti per lo sviluppo di Pirano. Ci siamo fermati quindi in Piazza Giuseppe Tartini, dedicata all'illustre concittadino (nato nel 1692 a Pirano) che tanto ha dato alla musica...
Costeggiando le rive abbiamo adocchiato alcuni ristorantini cui fare ritorno più tardi, magari per gustare il famoso baccalà alla piranese!
Prima di iniziare la salita verso il Duomo, abbiamo sostato sugli scogli, facendo attenzione a non farci portar via dalle violente ondate che quel giorno s'infrangevano contro la costa: in lontananza il cielo nitido lasciava intravedere Trieste e non solo: l'occhio poteva riuscire a scorgere persino Monfalcone!
In seguito ci siamo avventurati verso la parte alta della città. Abbiamo attraversato la zone del quartiere ebraico, ora aperta, ma che sessant'anni fa costituiva il "ghetto" di Pirano. Sembrava così strano camminare lungo quei viottoli: l'atmosfera che si respirava dava l'impressione che, in fondo, nulla fosse realmente cambiato.
Finalmente siamo giunti al Duomo: la vista offertaci ci ha ripagato della fatica, anche se, credo a causa di lavori, la Chiesa era chiusa (una ragione in più per tornare!).
Tutta la città era ai nostri piedi, con le risa allegre dei ragazzi che frequentavano una scuola proprio là sotto e le chiacchere fitte delle vecchiette da una casa all'altra, proprio come si usava una volta!
Scendendo abbiamo visitato il Convento di S. Francesco, al cui interno erano esposte opere di vari artisti locali, rappresentanti paesaggi istriani.
Per chiudere in bellezza abbiamo scelto uno dei ristorantini sul lungomare, dove uno spiritoso e vivace cameriere ci ha rifocillati di tutto punto, con patate al sale, calamari fritti ed un superbo branzino cucinato al forno (andare a visitare una città di mare e non mangiare pesce sarebbe stato un grave delitto!).
Nel lasciare Pirano continuava a tornarmi in mente una
frase sentita migliaia di volte da mia nonna: "Lo sanno tutti e lo dicevano sempre ai miei tempi: Pirano è la cittadina più graziosa di tutta l'Istria!".
Mi sa che ha proprio ragione lei...