Everybody hurts
La ascolto con l'animo già rasserenato da ciò che le note, prima ancora delle parole, mi sussurrano all'orecchio... E ripenso alla frase di un amico, che mi aveva fatto scoprire questa e tante altre canzoni dei R.E.M.: "Le poesie, come tutte le cose belle meritano di restare così come le ha scritte e pensate l'autore! Quindi, cerca di capirne il significato, ma non provare a tradurle!".
Il ritmo caldo ed avvolgente sembra cullarmi in una ninna-nanna dolce... in effetti, questo brano pare scritto apposta per qualcuno che si sente come un bambino impaurito, un'anima fragile.
Michael canta: "When you're sure you have enough of this life, well hang on, 'cause everybody cries and everybody hurts, sometimes, sometimes everything is wrong" ("Quando sei sicuro di averne abbastanza di questa vita, be' tieni duro, perché tutti piangono e tutti soffrono qualche volta, a volte tutto è sbagliato".).
Molti credono che questa sia una canzone triste, ma è invece un brano di speranza, di fiducia nella vita e nel fatto che i momenti brutti ci sono, ma passano.
Nel video Michael è alla guida di una macchina: capita in un colossale ingorgo e, per uscirne, smonta dall'auto e comincia a camminare sui veicoli degli altri; molti considerano questa scena una ripresa della sequenza del film di Federico Fellini, dove Marcello Mastroianni camminava sopra le macchine degli altri...
Arriva il mio punto preferito: "'Cause everybody hurts, take comfort in your friends" ("poiché tutti soffrono, trovate conforto presso i Vostri amici"); la musica di colpo si alza e sembra sollevarmi in volo, mentre Michael, accompagnato dalla batteria, invoca: "Don't throw your hand, oh no, don't throw your hand if you fill like you're alone, no, you're not alone!" ("Non arrenderti, oh no, non arrenderti quando senti di essere solo, non lo sei affatto!").
Forse il senso di questa piccola dolcezza musicale si comprende meglio ascoltando la delicata e raffinata versione del gruppo irlandese "The Corrs": la chitarra acustica, i violini e la voce di Andrea (la leader della band) danno maggior risalto a questo canto rasserenante.
E quell' "Hold on!" ("Tieni duro!") finale viene ripetuto per dare forza a quanti manca il coraggio di guardare al futuro con un po' di ottimismo.
Ascolto ancora la versione della Royal Philarmonic Orchestra, esclusivamente e squisitamente strumentale.
Il fiato, che ha il ruolo principale, incarna alla perfezione quel senso di disagio e condivisione con cui si apre il brano e, nei momenti più intensi della musica, viene sostituito da un clarinetto, che mi fa pensare a quell'amico che tante volte mi ha fatto sentire di non essere sola e mi ha affidato alla voce di Michael Stipe, nei momenti in cui eravamo lontani... riuscirò mai a ringraziarlo a sufficienza per questo?!