Il paradiso perduto
E' arrivata l'estate e io non me ne sono accorta; nascosta nel verde, perduta in quel silenzio, smarrita in quella luce ho finito per non capire che i giorni passavano e che il sole mi cercava per salutarmi col sorriso che l'estate sempre mi ha dato, ma io ho finto di non vedere e così ora il sole c'è rimasto male e si è fatto improvvisamente imbronciato e scuro.
Ma se ora lo guardo e gli sorrido, forse lui mi perdonerà e con lui mi avvierò con la memoria a quell'estate in cui bimbetta, a lui dedicavo i segreti più cari. E cosi gli dico: ciao sole, sono qui: ti aspettavo!
Svelta corro a mettermi il mio grembiuletto a quadretti rosa e con i miei zoccoletti rossi e consumati picchietto con insistenza sui mattoni vecchi un po' avvallati, saltellando impaziente perché il sole mi aspetta.
La mamma mi liscia i capelli corti con la garçonne che mette a nudo il mio esile collo, poi mi mette la consunta molletta e con una pacca sul sedere e un bacio mi saluta; io come un furetto me ne corro via.
Fuori il sole é ovunque: sui muri un po' scrostati, sull'asfalto lucido, sull'erba che spunta dai marciapiedi sconnessi e nell'aria.
di giulia