La storia del bianco canarino
Era già inverno e nevicava con fiocchi bianchi e freddi. Maria se ne andò al mercato per comprare del cibo ai suoi due azzurri pappagalli. Li amava tanto perché erano molto amichevoli e sembravano una goccia dello sconfinato cielo nella stretta gabbia. E poi, erano così felici in due! Cinguettavano per tutta la giornata, a volte giocando, a volte litigando, come due sposi da molto tempo insieme. Ad un tratto vide un povero canarino, bianco e sporco, in una gabbia troppo piccola anche per un delicato uccellino come lui. "Perchè sta da solo questo canarino?", domandò la bambina.
"Non lo vedi? Lui è bianco e gli altri sono simili, gialli o arancioni! Non c' è più nessuno come lui e non l'accettano nella loro gabbia!", rispose il negoziante di uccelli.
Maria sentì una profonda pietà per il destino del povero canarino, senza codino, sporco, dagli occhietti neri tanto tristi, e lo comprò.
"Cosa hai fatto?", le disse la mamma. "Non vedi che questo sta morendo?"
"Non è vero! L' hanno trascurato perchè è diverso dagli altri e lui non si è fatto bello essendo molto solo e triste."
La bambina lo curò con lo stesso affetto e premura dimostrata verso i pappagalli, ma lui, anche quando giocava o si faceva bello, era sempre freddo ed indifferente alle sue coccole, come i fiocchi di neve che giocavano fuori liberi ed allegri.
Stava per arrivare la primavera ed il canarino era sempre più bello e affascinava tutti con il suo magnifico canto.
Talvolta però, i suoi trilli erano così tristi, in quanto Maria si accorse che il canarino si sentiva sempre solo e così decise di comprargli una compagna, una femmina bella, arancione e molto vivace. Come la vide, se ne affezionò subito e cominciò a corteggiarla, ma senza successo. La canarina non gli dava nessun'attenzione anzi, gli voltò le spalle e, da quel giorno, il canarino non cantò più. Stavano insieme, uniti dalla stessa gabbia e dallo stesso cibo, ma separati dagli stessi orgogli. Lui, fiero della sua bella voce, lei, fiera della sua fallace bellezza, perchè forse, senza luce e senza calore sufficienti, avrebbe potuto diventare lei stessa bianca, come lui.
"Non so cosa fare, mamma!", disse rattristata Maria."Il canarino non ama né me, né la canarina! Credo che sia malato!"
"Stai tranquilla!", rispose la mamma. "Non è malato, solo che lui non può amare nessuna perchè ama troppo lui stesso!"
La ragazza si confortò per un bel po' di tempo ascoltando i trilli tristi del canarino ed ammirando i vivi colori della canarina. Una mattina però, lo trovò morto in un angolo della gabbia, mentre lei, indifferente, si faceva bella. Allora capì che, nonostante diversi, loro erano pure, simili nella loro freddezza e nell'incapacità di amare.
Scritto da Marilena Rodica Chiretu