Un'attrazione in paese.
Oggi é un gran giorno per tutti gli abitanti del paese, soprattutto per i più piccoli: é arrivato il circo con i suoi carrozzoni. Ci sono i contorsionisti, i trapezisti, i clowns e, dulcis in fundo, per l'allegria dei bambini, tanti e tanti animali.
Mi sono fatta accompagnare da mio padre a vedere l'allestimento del tendone e lui mi ha sollevato fra le braccia perché potessi osservare tutta quella gente al lavoro. Da quando mamma se ne era andata in cielo, lui non mi lasciava mai; si occupava di me con tanto affetto e mi faceva sopportare meglio la sua mancanza.
Le ore stentavano a passare rendendo l'attesa sempre più lunga, ma finalmente arrivò il gran momento: una folla di grandi e piccini si riversò nella piazza, mentre suoni di trombe e tamburi aprivano lo spettacolo. Io correvo assieme ai miei amici, incurante di tutto, col solo pensiero di trovare un posto in prima fila, da dove si potessero ammirare meglio i numeri in programma. Dopo tanta attesa finalmente ecco avvicinarsi gli elefanti, quegli enormi pachidermi che facevano tanta tenerezza, ed ancora i leoni, gli struzzi e tante, tante altre bestie venute da lontano.
Improvvisamente, nella mia mente di bambino, cominciò a frullare uno strano pensiero, che non mi era mai venuto prima di allora e mi chiesi se dentro di loro quegli esseri fossero felici o se magari rimpiangessero il luogo dove erano nati e vissuti e da cui erano stati strappati via per un ignoto destino. Mi prese un momento di tristezza, ma non volli darlo a vedere e continuai a ridere, mangiando lo zucchero filato.
Lo spettacolo si stava avviando al termine quando, senza essere visto, sgusciai per un'uscita di servizio e mi avviai verso il recinto dove erano tenuti chiusi gli animali. Una voce roca mi fece sussultare: "Ubbidisci o ti pentirai di essere nato!" Una donna grassa, armata di frustino, si stava avventando su un cucciolo di gnu che la guardava con occhi tristi e imploranti. "Non lo faccia signora, la supplico", urlai disperato, ma lei mi cacciò in malo modo, con fare cinico; mentre me ne andavo mi voltai a guardare tutti quegli esseri indifesi, in balia della cattiveria umana e mi parve di scorgere un velo di malinconia nei loro sguardi. Allora capii che venivano usati solo per scopi di lucro, senza alcun rispetto per le loro esigenze e soprattutto senza una briciola d'amore nei loro riguardi.
Da quel giorno non sono più andato al circo.
Scritto da bragozzo