Blackout
Mille luci che si rincorrono nella notte, guardano serene il cielo e non aspettano altro che di venir chiamate al loro lavoro oppure di venir dispensate da esso.
Poi, di colpo, il buio.
L'oscurità mi coglie impreparata. Non capisco immediatamente di che cosa si tratta, ma corro lo stesso ad accendere tutte le candele che trovo.
L'aria è profumata dalla cera dai mille sapori: vaniglia, fragola, lavanda... le fiammelle lasciano a mala pena intravedere ciò che c'è intorno a noi.
Mi abituo alle tenebre intervallate dal fioco chiarore e colgo quel certo romanticismo nell'aria. Mi siedo tranquilla, incurante dell'ora tarda e del sonno.
Osservo pensierosa le mie candele colorate, troppo spesso messe da parte perché inutili, ridotte ad essere definite "un gioco pericoloso"!
Vorrei lasciarle bruciare ancora un po', annusarne nuovamente il profumo dolciastro, ascoltare il rumore del fuoco che allegramente divora, con inesorabile ingordigia, la cera che ha davanti.
Ma è tardi e la luce, nel frattempo, è tornata.
Soffio sulle candeline. E non esprimo nemmeno un desiderio: ho già ciò che voglio. Stasera va' bene così...