Novità in famiglia
Avevo nove anni circa. Doveva essere maggio, perché ricordo che pochi giorni prima avevo fatto la Prima Comunione...
Quella sera pioveva ed il vento si rivelò impietoso contro le rimostranze del sole che avrebbe voluto splendere sereno nel cielo!
Un'amica di famiglia aveva trovato un cucciolo di gatto per strada e cercava qualcuno che se ne prendesse cura. I miei zii, che da poco avevano perso uno dei loro due gatti, stavano cercando un sostituto al quale proprinare dosi spropositate di coccole.
Combinammo l'incontro proprio per quel pomeriggio, a casa nostra. Mio zio ci teneva a che il Suo gatto, Teo, dimostrasse di "andare d'accordo" con la nuova arrivata, la bella gattina dal pelo tigrato e dagli occhioni verdi.
Ma se le due bestiole provavano simpatia reciproca, certo non lo diedero a vedere! La nostra "protetta", malgrado la giovane età (non doveva avere più di due mesi), si mise a "soffiare" a più non posso, terrorizzata da quel micione grande e grosso, dal pelo arruffato, tinto di bianco e di nero; Teo, dal canto Suo, non ci pensò due volte a saltare sulla schiena di mio zio, costringendoLo a restare praticamente piegato in due fino al momento di tornarsene a casa con le pive nel sacco: era evidente che quei due animali non avrebbero mai condiviso la medesima abitazione!
Quando finalmente l'indesiderabile Teo uscì dalla Sua vita, la micetta ritornò docile ed amabile come prima. La pioggia fuori si faceva sempre più rumorosa ed intensa e tutti noi sapevamo che la nostra amica non avrebbe potuto tenere quel batuffolino di pelo in casa Sua.
I miei occhi guardarono disperati e supplichevoli quelli di mia madre, che rispose a quello sguardo pietoso con una frase piena di speranza: "Vedremo che cosa dirà papà!"
Mio padre finalmente tornò dal lavoro. Non ci mise molto ad afferrare la situazione ed a notare la piccola cuccia che avevamo già allestito... Fu lapidario: "Solo per questa notte!".
Ma il Suo sorriso lasciava intendere che il periodo sarebbe stato infinitamente più lungo.
Guardai la gattina, che sembrava aver compreso tutto e ci osservava con muta riconoscenza Mi resi conto che non aveva ancora un nome.
Quegli occhi svegli e scintillanti mi ispirarono "Stella" e così fu per molti anni a venire, nei quali fu un componente a piano titolo della nostra famiglia.
Nelle gelide notti invernali mi sembra ancora di sentire il Suo pelo morbido appoggiato sui miei piedi, dove a volte si accoccolava, nei rari casi in cui non dormiva con mia madre.
E' stata come una sorella per me ed a chi dice che gli animali non hanno un'anima, rispondo che basterebbe scrutare nei loro occhi per scorgerla. E sarebbe certo molto più candida della nostra!