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13/9/04 - 198 click

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penna Strage in Cecenia

Passano i giorni, ma non riesco a dimenticare. Penso a quei ragazzini della scuola di Beslan distrutti da qualcosa di più grande di loro, da ideologie discutibili e da diritti calpestati negli anni, da repressioni così crude da spazzare via le coscienze e lottare soltanto con la forza della disperazione e di un odio che non può rimanere sopito.

Penso a quei bambini che, come la Storia vuole, sono costretti a pagare le colpe dei loro padri o anzi, del paese che li rappresenta.
Penso agli articoli che ho letto, ai telegiornali che mi disgustavano ormai per quell'insistente mostra di cadaveri massacrati che erano stati giovani angeli fino a poche ore prima.
E non so darmi pace.

Penso allo strazio di un paese dove le regole non sembrano esistere, se non per difendere chi non ne ha bisogno. E sento il fetore di un'aria infettata dalle ingiustizie e dal dolore. E piango con quelle madri che hanno perso quei bambini, ma anche con quelle che, persi i loro anni prima, non hanno più saputo ritrovare la ragione.
E così l'odio continua e si riversa sul mondo, contagiando chi magari sognava solamente un po' di felicità, un pezzo di pane e gli occhi allegri del proprio bambino!

E penso che io sono qui, a guardare a distanza una situazione che non saprei come cambiare, a soffrire ancora per una cosa che sembra già passata di moda, a riflettere di continuo sui perché.
Troppo spesso ci si dimentica questa semplice e banale domanda: perché?
E' troppo impegnativo forse andare oltre le immagini di un tg e le parole di circostanza di un giornalista qualsiasi.

Ma quella gente è morta per davvero. E non è vero, non è mai vero, dannazione, che non c'è un motivo!
C'è e ci sarà sempre un "perché" cui rispondere.
Ciò che mi auguro è che un giorno saremo abbastanza maturi per affrontarlo...



Commenti (3):
bragozzo
alle 16:32:12
del 5/3/06
Non é giusto che si debba sacrificare la vita dei bambini per un ideale, sia esso politico, religioso o quant'altro.
Il valore dell'esistenza é indiscutibile: per questo non giustifico l'atteggiamento dei kamikaze che per lasciare un ricordo del loro passaggio su questa terra non esitano a sopprimere i loro simili, divorati dalla forza dell'odio che si é insinuato nei loro cuori e spinti da un Dio vendicativo che essi stessi si sono costruito.
Referee906435
alle 15:26:08
del 20/9/04
Concordo solo in parte con emozioni. Secondo me è stata molto condizionante la politica espnasionistica e assolutistica che la Russia ha addottato dall'inizio di questo secolo. Popolazioni e territori sacrificati nel nome del partito. Ora la Russia ne sta pagando le conseguenze. Anche l'America sta addottando una politica del genere definita come di "estremismo cristiano": ovvero la lotta economico-religiosa travestita da lotta al terrorismo (vedi Farenheit 9/11). L'unica differenza è che la Russia paga "in casa" ovvero le regioni sono confinanti e quindi lo stesso territorio Russo ne risente dal punto di vista strettamente geografico. L'America invece attacca sempre lontano da "casa" (Vietnam, Afghanistan, Iraq) ed è come se così non potessero avere ripercussioni. Un paragone si può fare in questo senso: La Russia fa la guerra come se si comprassero delle Azioni in Borsa (se perdi lo fai al 100% anche il capitale non investito, se vai in perdita). L'America invece fa la guerra come se predesse delle Opzioni in Borsa (se perdi, perdi solo il 20% del capitale investito e non gudagni ma in realtà non perdi).
emozioni
alle 09:20:55
del 14/9/04
io credo che certe cose accadano, in questi ultimi tempi, a causa anche della cassa di risonanza che hanno i "media"; c'è una sorta di esibizionismo perverso da parte di persone che non hanno più nulla da perdere e che decidono di suicidarsi, perchè troppo vigliacche per vivere, lasciando almeno un ricordo, sia pur tragico e terribile, del loro passaggio su questa terra...io credo che tutto ciò possa accadere non certo in nome di ideali.


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