Isabel Allende: dolcezza e grinta di chi non si arrende
Fascino e mistero, crudeltà ed amore. Queste sono le impressioni che più profondamente trovo radicate dentro di me ripensando al bellissimo libro di Isabel Allende “D’amore e ombra”, soltanto uno dei Suoi tanti capolavori.
Questa prolifica scrittrice dal grande talento è nata a Lima, in Cile nel 1943.
Ha iniziato a lavorare come giornalista nel 1959 e soltanto molto dopo ha iniziato una vera e propria carriera come autrice di romanzi.
Nipote del Presidente della Repubblica cilena Salvadore Allende (che vinse le elezioni nel 1970, ma venne destituito dal proprio incarico nel 1973, a causa del Golpe operato dal generale Augusto Pinochet), Isabel si trova in una situazione precaria, quando il Governo cade e si vede costretta a proteggere l’incolumità propria e dei Suoi cari fuggendo, dapprima in Venezuela, dove vivrà per tredici anni, poi negli USA, dove si trova ancora adesso. Vi ho ricordato questi fatti storici affinché Vi fosse più facile comprendere la situazione storico - politica di quegli anni.
Il romanzo della Allende è una storia d’amore, ma non solo: è una caccia alla verità, da parte di due giornalisti tenaci, due persone che amano il Loro Paese e che vogliono capire che cosa gli stia succedendo.
Così la Allende ci introduce la storia: “Questa è la storia di una donna e di un uomo che si amarono in pienezza, evitando così un'esistenza banale. L'ho serbata nella memoria affinché il tempo non la sciupasse ed è solo ora, nelle notti silenziose di questo luogo, che posso infine raccontarla. Lo farò per quell'uomo e quella donna che mi confidarono le loro vite dicendo: prendi e scrivi, affinché non lo cancelli il vento.”
Ci troviamo, quindi, anche noi a camminare con i personaggi del libro tra gli orrori della dittatura, il dramma dei desaparecidos e la verità che Irene e Francisco, i due protagonisti, pagano a caro prezzo (perdendo la libertà di vivere nella Loro terra, così come, nella realtà, l’aveva persa Isabel), ottenendo, però, in cambio la nascita di un amore puro e bellissimo, fatto di coraggio e di speranza.
Anche per Mario, amico e collega di Irene, sboccia l’amore nei confronti di Francisco: un sentimento talmente delicato e commuovente, per come viene raccontato, da lasciare un profondo senso di purezza dentro di noi…
“Francisco aveva visto un secchiello d’argento pieno di ghiaccio dove si raffreddava una bottiglia di champagne insieme a due bicchieri, aveva notato la tenera penombra, aveva fiutato l’aroma del legno e dell’incenso che ardeva in una cunziera di bronzo, aveva udito il jazz che usciva dagli altoparlanti e aveva capito che era l’unico invitato. Per un istante aveva avuto la tentazione di girarsi e uscire, per non lasciare alcuna speranza nel suo anfitrione, ma poi aveva predominato il desiderio di non ferirlo e di ottenerne l’amicizia. Si erano guardati negli occhi e l’aveva colto un misto di compassione e simpatia. Francisco aveva cercato tra i suoi migliori sentimenti il più consono da offrire a quell’uomo che gli porgeva il suo amore con timidezza.”
Scorro le parole con lo sguardo e sfoglio le pagine del libro ancora una volta prima di riporlo: ancora una volta l’incanto della lettura mi ha donato un viaggio attraverso luoghi e tempo, in situazioni che non vivrò mai in prima persona, ma che rimarranno in me, come se fossero parte della mia storia…