La finestra di fronte
A volte un film è semplicemente un film, cioè un modo come un altro per trascorrere il tempo, anche in maniera annoiata, non importa: credo fosse questo lo spirito con cui mi ero seduta a guardare questo lavoro di Ferzan Ozpetek.
Stavo semplicemente aspettando che arrivasse una persona a farmi compagnia per guardarne un altro di film.
Ma quando una pellicola ti impressiona a quel modo, inchiodandoti alla poltrona, catturando la tua attenzione fin dal primo istante, emozionandoti fotogramma per fotogramma, allora non hai che una cosa da fare: mollare tutto e lasciarti trasportare da storia, immagini, musica, in un crescendo di sensazioni che fanno di ciò che stai guardando un autentico capolavoro!
La storia è quella di Giovanna e Filippo, una coppia come tante, un po' in crisi a causa dei problemi che derivano più che altro da una vita in cui i soldi sono pochi e il lavoro dà poche soddisfazioni. Giulia sogna di cambiare vita e, a volte, anche di lasciare il marito, specie da quando il giovane e bellissimo Lorenzo viene a vivere di fronte a casa loro. Spiando la vita di Lorenzo da dietro la finestra della propria cucina, Giulia crede di sopportare meglio tutto ciò che le capita. Nel frattempo si imbatte nel vecchio Davide, un uomo smemorato che non sa da dove viene e che, grazie alla bontà di Filippo, trova ospitalità in casa loro, malgrado la mancanza di entusiasmo di Giovanna, resa scontrosa dalle difficoltà di cui è già piena la sua vita.
Sarà invece proprio questo vecchio a cambiare la sua vita, a non permetterle di gettare completamente al vento il matrimonio con il marito per una fugace storia con Lorenzo. E a spiegarle che le difficoltà non devono riuscire a distruggere i sogni.
Ho trovato buone le interpretazioni di Raul Bova (Lorenzo) e di Filippo Nigri (Filippo), intrigante come sempre Giovanna Mezzogiorno (Giovanna), in un personaggio che sembra in parte ricalcare il carattere della Giulia de "L'ultimo bacio", tenera ma, allo stesso tempo, decisa.
Chi però mi è parso impareggiabile è stato il compianto Massimo Girotti, l'uomo che, raccontando il suo passato e introducendosi al momento opportuno nella vita di Giovanna, la trasforma, la guida, la rimette sulla via giusta. Davide, l'ebreo omossessuale interpretato da Girotti, è malato, confonde passato e presente, ma ha qualcosa di speciale che lo rende diverso. Insegna a Giovanna a non seguire la via più facile per risolvere i propri problemi, ma a valutare bene ciò che ha e ciò cui potrebbe dover rinunciare se decidesse di andarsene.
In quella che è la scena chiave del film, il momento del cambiamento, Davide dice a Giovanna: "Non si accontenti di sopravvivere. Lei deve pretendere di vivere in un mondo migliore, non soltanto sognarlo!".
Giovanna è così finalmente pronta a cambiare, ad avere il coraggio di farlo, con fatica e paura. Afferra i suoi sogni prima che scappino via e diviene più tollerante con chi le sta intorno. Non ha più bisogno di vedere Lorenzo nella finestra di fronte per sognare di essere libera...