Lucky Man - Michael J. Fox
Che fine ha fatto Michael J. Fox? E' questa la domanda che mi pongo vedendo in libreria il suo scritto autobiografico intitolato "Lucky Man" ("Uomo fortunato").
Sì, ricordo vagamente di aver sentito dire in passato che aveva scoperto di avere il morbo di Parkinson. Ma non so perché, come spesso accade quando malattie, anche gravi, vengono contratte da personaggi di pubblico dominio, mi riesce difficile pensare che stia accadendo per davvero.
Uno dei beniamini della mia infanzia, così carino, che recitava battute sagaci nel telefilm "Casa Keaton", che viaggiava nel tempo su una bellissima DeLorein, che interpretava film fantastici e romantici e divertenti, come "Doc Hollywood", "Il segreto del mio successo", "Amore con interessi", "Il presidente - una storia d'amore" o di forte impatto come "Vittime di guerra" (un film molto intenso sulla guerra del Vietnam), che è stato protagonista e produttore del telefilm "Spin City"... che fine ha fatto?
Ho preso in mano il libro, d'istinto. Non ho avuto bisogno di pensarci tanto. L'ho comprato, di getto: volevo la risposta alla mia domanda. E non ero la sola, perché, negli Usa, la storia di questo ragazzo ormai cresciuto ha avuto un impatto sui progressi nella raccolta fondi per il Parkinson, ma soprattutto nella nuova considerazione verso la malattia, davvero notevoli.
Il libro però non è, come forse qualcuno potrebbe aspettarsi, un triste resoconto della malattia che ha rovinato la sua vita. Al contrario. E' il racconto di come gliel'ha salvata, rivoluzionando la sua scala dei valori, ponendo al giusto posto l'amore per la sua adorata moglie e per i suoi quattro figli. E la scoperta che uno come lui, nato in Canada e approdato negli Stati Uniti per sfondare e diventare un attore, poteva cambiare il corso della vita di molte persone: malati senza una voce, che vivevano al buio della vergogna di una malattia difficile con cui convivere, ora hanno una voce, un volto solare, divertente e intelligente.
Perché la vita è bella se si ha la forza e il coraggio di guardarla dalla giusta angolazione e, se la visuale che abbiamo al momento non è quella giusta, proviamo a cambiare rotta...