"La mia vita": parole di Agatha Christie
Riapro le pagine di questo romanzo ad un anno di distanza.
Ritengo sia un libro favoloso ed affascinante, forse migliore di tutti i grandi capolavori della "maestra del giallo".
Agatha racconta la Sua vita, dedicando molto tempo alla Sua gioventù, ai Suoi amici immaginari, al Suo essere definita "lenta" rispetto al resto della famiglia, al Suo rapporto con i genitori e con i Suoi fratelli, alla Sua istruzione così fuori del comune...
Apre i cassetti pieni di ricordi divertenti ed interessanti, a volte persino tragici della Sua vita e ce li para davanti con incredibile cortesia ed ironia.
Si sofferma molto sulla propria infanzia, per Lei il periodo più bello dell'esistenza.
La Sua non pretende di essere un'autobiografia precisa e dettagliata per ammiratori morbosi, quanto una condivisione di gran parte delle esperienze che L'hanno portata a diventare Chi era.
La vecchia Inghilterra Vittoriana che spesso ritroviamo nei Suoi romanzi ha avuto origine dalle storie da Lei stessa vissute.
La conoscenza dei veleni Le derivava dall'aver lavorato come infermiera al tempo della guerra e la descrizione del mondo da un viaggio che aveva fatto intorno al globo con il Suo primo marito.
Ecco, allora, narrati lunghi viaggi ricchi di avventure e di aneddoti da ricordare.
Ecco il leggendario giro sull'Orient Express, un treno sul quale Agatha aveva sempre sognato di salire e che divenne il reale protagonista di uno dei Suoi più belli e noti libri: "Assassinio sull'Orient Express".
Ma il tratto più lungo è quello che fa con noi, riattraversando tutti gli anni passati, da quando correva bambina nel prato della Sua prima casa, Ashfield, giocando con il cerchio, alla nascita della figlia Rosalind ed ai Suoi due matrimoni.
E poi l'avvento dell'automobile, i primi impacciati approcci con il mondo dell'editoria, i numerosi corteggiatori... è come se un turbinio di ricordi avvolgesse noi e Lei, unendoci in un walzer frenetico, come quelli che Lei ballava da ragazza, lasciandoci estasiati e senza fiato.
Tutto appare ai nostri occhi senza un preciso ordine cronologico, ma come se ci intrattenessimo a parlare direttamente con Agatha, che snocciola i Suoi preziosi ricordi di donna libera e realizzata.
Così La ricordano i Suoi editori nella prefazione all'autobiografia: "Per cinquant'anni ci ha angariato, rimbottato e deliziato al tempo stesso; la Sua insistenza perché tutto fosse perfetto era per noi una sfida costante, mentre il Suo buonumore e il Suo gusto per la vita ci comunicavano un senso di calore. Il piacere che provava a scrivere emerge chiaro da queste pagine; non appare, invece, la Sua capacità di trasmetterlo a Chi lavorava con Lei, tale da trasformare un rapporto d'affari in una piacevole avventura".
E, mentre Agatha gusta una cena dalla Regina d'Inghilterra, realizzando così uno dei Suoi più grandi sogni, noi abbiamo la sensazione di essere trattati nuovamente "da re" da una scrittrice che, quando elaborava un Suo scritto, ce lo serviva sempre con guanti bianchi su di un piatto d'argento... "LA MIA VITA" di AGATHA CHRISTIE, Ed. Mondadori, 1977