Match Point
Era da anni che non ci capitava di vedere sul grande schermo un eroe negativo a tutto tondo così ben "disegnato" e raccontato in tutte le sue più intime sfumature!
Ci riesce Woody Allen in "Match Point" con il personaggio di Chris (un perfetto, ambiguo, odioso e fascinosamente ammaliante Jonathan Alexander Rhys Meyers), un giovane istruttore di tennis impegnato in una inarrestabile e spietata scalata sociale dalle terribili conseguenze.
Eroe sì negativo ma tragicamente fortunato (la voce fuori campo all'inizio del film ci rammenta che "Colui che ha detto - Preferisco essere fortunato che avere talento - aveva capito tutto della vita) ed Allen (regista e scrittore in smagliante forma, in sintonia con i tempi e magistralmente sobrio e teso) ne pedina le sue quotidiane avventure lentamente facendoci scivolare in un racconto angosciante, lugubre (Londra con i suoi non colori è il set ideale) che ci lascia con il fiato sospeso sino all'ultima sequenza. E questo grazie alla Dea Fortuna che continua a mettere lo zampino nella storia "d'amor fou" tra Chris - sposato con una ricca ragazza dell'alta borghesia inglese - e la sua amante squattrinata Nola, attrice americana alle prime armi (Scarlett Johansson di imbarazzante sex appeal e capace di giocare con identico realismo su diversi registri), coinvolti in una "love affair" forse prevedibile nei suoi naturali sviluppi ma servita da dialoghi perfetti, interpreti veri ed un rigore dietro la macchina da presa che trasforma i due protagonisti in paradigmi universali di emozioni umane allo stato brado.
Siamo certi di non far sobbalzare nella sua tomba il grande drammaturgo inglese William Shakespeare se osiamo accostare "Match Point" ad uno dei suoi più tragici drammi entrambi avendo in comune una lucidità di sguardo, una vis narrativa e profonda pietas umana che ci fa innamorare indistintamente di personaggi buoni o cattivi (e la semplificazione è nella sua accezione più realisticamente ed eticamente alta!) che "puzzano" di moderno ed antico con identica intensità.
E quando inspiegabilmente (?) ci si ritrova a parteggiare per le sorti dell'eroe omicida allora ci si rende conto di come il Cinema sia stato capace di uno dei suoi più meravigliosi "miracoli": paurosamente illuminarci sul marcio e segreto deposto nel profondo di ogni essere umano.
Scritto da Calogero Messina