Ti amo in tutte le lingue del mondo
Non teme la concorrenza del banale prodotto natalizio “made in De Sica”, e neanche quello del colossale King Kong il film di Natale di Leonardo Pieraccioni, che ha centrato in pieno le aspettative degli amanti della commedia all’italiana.
Con un prodotto più maturo e meditativo di quelli che lo hanno preceduto negli ultimi anni, il regista toscano tiene sveglio e diverte per 99 minuti consecutivi il cuore degli italiani, proponendo una storia d’amore divertente, per niente banale, moderna e disincantata. Niente “coscelunghe”: stavolta Pieraccioni punta tutto sull’ingenuità.
Quella di un marito premuroso, “cornificato” da una moglie superficiale e scialba; quella di una sedicenne, che, alla ricerca del mancato amore paterno, si dice innamorata del suo giovane e divertente professore di ginnastica; quella di un fratello balbuziente, che vive ogni istante della sua vita in sfida con se stesso, quasi per dimostrare la sua dignità umana.
Non di secondaria importanza gli sguardi divertiti che dalla regia cadono sulla realtà umana, costantemente alle prese con l’eterno bivio tra il bene e il male: da un lato una tenera clinica psichiatrica per animali, dall’altra la realtà sporca e perversa di una villa per scambisti.
A tratti profonda l’analisi della spiritualità umana, e dei problemi che la vita moderna propone a grandi e piccini: adolescenti in cerca d’affetto, emarginati preda di deluzioni, scuole pubbliche non sempre al top...
Toccante il rapporto del protagonista col fratello, sfortunato e pettegolo, commovente l’incontro di una sedicenne delusa col padre ormai votato alla vita monastica. Temi importanti quelli toccati, ma proposti sempre attraverso il sorriso e la voglia di ilarità che solo la satira pieraccioniana sa dare: protagonisti della pellicola l’equivoco, il malinteso, il tradimento; sempre scherzosa la reazione dei personaggi, anche di fronte a realtà scabrose. Perfetta l’interpretazione di Giorgio Panariello, inedita quella di Massimo Ceccherini (che non dice parolacce!), unica quella di Francesco Guccini (improvvisato preside burbero), simpaticissima quella del perverso professore di matematica che ha il volto di Rocco Papaleo. Piacevoli e mai volgari infine le due co-protagoniste.
Un film per tutti, destinato a intenerire anche il cuore dei più impassibili con un “Je t’em”... scritto sbagliato!
Scritto da Margherita Mazzarella