La tigre e la neve
Amo il cinema! Lo amo da sempre, è magico, è spettacolare, è un piccolo evento che mi concedo di rado e con trasporto sincero.
Forse per questo ci tengo ad andare a vedere delle pellicole che meritano di essere viste. Forse per questo sono uscita dalla sala ieri sera con la consapevolezza che valeva la pena andare a vedere l'ultima favola di Benigni...
Mi sono seduta felice, con l'odore del popcorn, il chiacchericcio della gente, la pubblicità delle prossime uscite, l'aspettativa di scoprire le immagini che di lì a poco sarebbero state proiettate.
E finalmente è iniziato. In modo dolce, con la musica originale di Nicola Piovani che firma le sue opere in modo inconfondibile!
Appare Roberto Benigni e dà inizio alla storia.
Una storia non facile, non del tutto, divertente e romantica, toccante e imprevedibile.
Siamo nel 2003, alla vigilia dello scoppio della guerra in Iraq. Il poeta Attilio, interpretato da Benigni, è innamorato perdutamente della bella Vittoria (Nicoletta Braschi), che pare non ricambiarlo, ma esserne piuttosto esasperata.
Lui la sogna tutte le notti e la importuna appena può di giorno. Lei, invece, insegue l'amico comune Fuad (il magnifico Jean Reno), il più grande poeta iracheno vivente, per scrivere la sua biografia.
Quando Fuad decide di lasciare Parigi, dove ha vissuto per anni, per tornare nella sua Bagdad, dilaniata dalla guerra, Vittoria sceglie di partire con lui per completare il proprio lavoro.
Purtroppo i due si trovano sul luogo di un attentato e Vittoria viene ferita gravemente. Attilio, avvisato da Fuad, non perde un minuto e inizia a correre contro il tempo e l'avversità per salvare l'amore, per salvare la vita di Vittoria e la sua insieme, perché senza di lei, dice, "possono anche smontare questo baraccone che è il mondo!". E tra cammelli, sabbia, bombe e dolore, Attilio incontra e provoca anche qualche sorriso, mentre noi soffriamo con lui e corriamo insieme a lui alla ricerca della speranza.
Per tutta la durata della proiezione ho avuto l'impressione che qualcuno mi stesse toccando il cuore con un ago sottilissimo, senza farmi male, ma facendomi sentire viva! E poi, una piuma, in alcuni momenti, giungeva ad alleviare le scene più dure e solleticava un sorriso come solo quel genio delicato e poetico di Benigni può fare!
E mentre uscivo dal cinema, col freddo che ghiacciava le mani, pensavo che sarebbe stato bello se avesse nevicato e magari se una tigre avesse preso a camminare sotto la neve!
E' questa la bellezza del film che ho visto: ti regala la magia e non te ne priva quando il film è terminato, ma ti permette di portarla con te, in mezzo alla gente, a contatto col mondo. Perché certe cose capitano solo nei film, ma certe sensazioni vivono per sempre nel cuore di chi le ha provate e la riconoscenza verso chi le dona non svanisce mai...