The Terminal
Vado al cinema per guardare una commedia d'amore e mi ritrovo davanti la storia di un uomo che ha dei valori forti dentro di sè, che possiede umanità, simpatia, intelligenza, correttezza e trasmette tutto se stesso agli altri.
Vado al cinema con l'idea che una colonna sonora ben scelta e i begli occhi scuri di Cathrine Zeta Jones, fondendosi in quelli dolci e magnetici di Tom Hanks, mi faranno andare a dormire con il romanticismo ancora incastrato nei fili del vestito, incapace di lasciarmi andare per alcuni giorni.
Trovo invece ad attendermi qualcosa di diverso.
Qualcosa di più, se vogliamo. Un film che parla di libertà, un film che esprime valori difficili da scovare nel nostro vecchio pazzo mondo o meglio, raramente applicati da chi lo popola.
Victor Navorski è un uomo dell'Est Europa che decide di partire per New York per mantenere una promessa fatta a suo padre sul letto di morte.
Come tutti coloro che vanno verso la realizzazione di un sogno, anche Victor è inizialmente euforico e vive con grande gioia il suo ingresso negli States, pur non parlando una parola di inglese!
Ciò che Victor non sa è che, mentre si trovava in viaggio, il governo del suo paese è caduto, facendolo diventare un uomo senza patria, almeno fino a che non si sia ristabilito un nuovo governo nella sua terra.
Questo rende impossibile la sua uscita dall'aereoporto, perché non avendo un passaporto valido, non è legalmente autorizzato ad entrare negli Stati Uniti.
Causa la difficoltà della lingua, inizialmente Victor non capisce ciò che sta succedendo e l'incuranza del direttore dell'aeroporto non lo aiuta di certo.
Dovrà apprendere dalla televisione il suo destino, assistendo alle scene della rivoluzione avvenuta nel
proprio paese sullo schermo della sala d'attesa dell'aereoporto.
I giorni passano e Victor si sente sempre più in trappola, senza la possibilità di lavorare o di procurarsi dignitosamente il cibo.
Impara a sopravvivere e si fa degli amici col tempo, amici che lo aiuteranno a non arrendersi, una donna (la Jones) che lo contribuirà a dare un senso alle proprie giornate aspettando perlomeno di vederla tornare dai suoi turni di hostess.
L'interpretazione di Hanks riesce a rendere benissimo la tragedia dell'uomo, ma anche la sua capacità di superare le difficoltà, di riuscire ad essere se stesso anche in un piccolo universo e a renderlo migliore con il proprio essere migliore!
Alla fine del film Victor riesce a realizzare ciò per cui era venuto e insegna qualcosa di importante anche a chi gli sta intorno e cioè che l'onore significa qualcosa e che la libertà non è fuori, ma dentro di noi...